martedì 29 dicembre 2009
Assignment 5: Open Educational Resources
venerdì 25 dicembre 2009
martedì 22 dicembre 2009
Altruisti si nasce, non solo a Natale!!!
Studio giapponese: negli altruisti, il cervello e' naturalmente infastidito dagli atti di egoismo
domenica 20 dicembre 2009
NeVe a FiReNzE
mercoledì 16 dicembre 2009
Addio alle sigarette grazie a un vaccino
"Il fumo rende brutti" è stato proclamato dagli scienziati il messaggio migliore da apporre sui pacchetti.
lunedì 14 dicembre 2009
ReGalO di NaTaLe: Adozione a distanza
Nei paesi più poveri del mondo per troppi bambini fame, sfruttamento e violenza sono le uniche realtà conosciute: con il sostegno a distanza è possibile contribuire a cambiare questa situazione e garantire una vita normale a uno di questi bimbi sfortunati.
Con 300 euro all'anno (25 euro mensili) possiamo garantire cibo, vestiti, cure mediche e la possibilità di studiare ad un bambino assistito da un progetto di Terre des hommes Italia e allo stesso tempo creiamo un legame profondo con il bambino che sostieniamo attraverso l'invio di notizie, foto, messaggi e disegni.
Terre des hommes Italia è già presente nella vita di 60.000 bambini in 22 paesi con progetti di emergenza, sviluppo e promozione del diritto dei bambini all'istruzione, al gioco, alla salute e alla vita.
È membro della Federazione Internazionale Terre des hommes con sedi in Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svizzera, Siria e presente con 1.164 progetti in 72 paesi.
Agisce in 22 paesi e 3 continenti con progetti di aiuto umanitario, d'emergenza e di cooperazione internazionale per assicurare i diritti fondamentali dei bambini, in particolare per garantire il diritto al gioco, alla formazione, all'istruzione e alla salute.
In Italia è impegnata in campagne di sensibilizzazione e di advocacy in difesa dei diritti dell'infanzia e combatte contro il fenomeno del traffico dei minori.
mercoledì 9 dicembre 2009
ASSIGNMENT non NUMERATO..... Saper Ascoltare
Bimbo rapito riappare su Facebook "Ho 22 anni, cerco la mia famiglia"
A raccontarlo è lo stesso Aly Mohammed come lo chiamano tutti alle porte del Cairo da quasi vent'anni. "Un giorno venne un signore e mi disse: sono tuo padre verranno a prenderti, seguili". Senza la mamma, impaurito, Alex ubbidisce quando degli "amici" lo fanno salire su un'auto, gli tagliano i capelli, gli cambiano i vestiti e si imbarcano per un lungo viaggio attraverso l'Italia, il mediterraneo sino all'Africa, al Cairo. Dove c'è una signora dai capelli bianchi da chiamare nonna che lo cura, ma non lenisce il dolore per la madre perduta, per le certezze sgretolate. Giorno dopo giorno Aly dimentica l'italiano, impara l'arabo, cerca di adeguarsi ma una parte di sé non dimentica. Anzi, mano a mano che cresce i litigi col padre sono all'ordine del giorno. Gli ha rubato l'infanzia e la vita che aveva, gli ha tolto per sempre la madre e un destino ufficiale. Perché lui che è diplomato in informatica fa il commesso in un negozio ma nulla di più perché non ha documenti in regola in Egitto o per varcare di nuovo i confini in cerca della madre e di un nuovo futuro, non ha un atto di nascita.
sabato 5 dicembre 2009
mercoledì 2 dicembre 2009
RICERCA ITALIANA
Funziona la prima mano bionica: è mossa dai nervi del paziente
L'arto è stato realizzato in collaborazione dalla Scuola Sant'Anna di Pisa e dall'Università Campus Biomedico di Roma
L'intervento, eseguito il 20 novembre 2008 nel Campus Biomedico di Roma, è stato condotto da 3 chirurghi, 2 anestesisti, 3 neurologi e 4 bioingegneri. Dopo mesi e mesi di addestramento, gli elettrodi sono stati inseriti all'interno delle fibre nervose. Non ci sono state complicazioni e il paziente, che si era offerto volontario, è stato dimesso due giorni dopo l'intervento.
Per arrivare dalla progettazione all'impianto sono stati necessari sei anni. I ricercatori prevedono di ripetere l'esperimento con altri pazienti per confermare l'efficacia del sistema. Il progetto è finanziato con fondi europei per circa 2 milioni in 5 anni.
La mano è direttamente controllata dal sistema nervoso del paziente grazie a 4 elettrodi realizzati dall'azienda tedesca Ibmt e impiantati nei nervi mediano all'altezza del polso e ulnare, avambraccio. In questo modo l'uomo non soltanto controlla il movimento, ma riceve stimoli sensoriali. I quattro elettrodi sono minuscoli filamenti flessibili e biocompatibili spessi 10 milionesimi di millimetro (nanometri) e lunghi 180 nanometri. Ognuno ha 8 canali che permettono il passaggio dei segnali fra cervello e mano. Di conseguenza il dialogo cervello-mano avviene grazie a 32 canali.
La mano bionica pesa circa 2 chili, ha dita di alluminio, i meccanismi che permettono i movimenti sono in acciaio, mentre il palmo e la copertura sono in fibra di carbonio. Le dimensioni sono le stesse della mano umana. Oggi il paziente controlla i movimenti della mano con tre tipi diversi di presa. E' riuscito a chiudere il pugno, a serrare le dita come una pinza e a muovere il mignolo.
Ad oggi la tecnologia riesce a realizzare praticamente qualsiasi cosa pensata o anche solo immaginata....
martedì 1 dicembre 2009
domenica 29 novembre 2009
GooGle DoCs e DeliCIouS!!
sabato 28 novembre 2009
1° DICEMBRE: Giornata mondiale contro l'AIDS
Il 25% casi di AIDS colpisce persone tra i 20 e 29 anni. Nel mondo 9 persone su 10 non sanno di essere sieropositive”. Fonte ISS, Istituto Superiore di Sanità, Roma.
venerdì 27 novembre 2009
Noi dormiamo, il cervello no e il sonno aiuta la memoria
La scienza non ha mai dato molto credito alle affermazioni secondo cui per apprendere il francese o il cinese è sufficiente ascoltare una lezione su cd mentre si dorme. Secondo la maggior parte degli scienziati, se mai apprendimento dovesse esserci, la lezione di lingue probabilmente sveglierebbe colui che dorme, senza però far penetrare verbi e vocaboli in una mente profondamente addormentata. Un nuovo studio, però, incentrato su un metodo diverso di ascolto durante il sonno, permette di comprendere meglio in che modo funzioni un cervello addormentato.
Gli scienziati della Northwestern University hanno reso noto che trasmettere alcuni suoni specifici mentre si dorme è servito ad alcune persone che si sono sottoposte all'esperimento a ricordare meglio ciò che avevano studiato prima di addormentarsi, al punto che la memoria di tutti loro è risultata notevolmente migliorata.
La rivista Science ha pubblicato un articolo sullo studio nel corso del quale i ricercatori hanno insegnato ad alcuni soggetti a collocare una cinquantina di immagini al loro posto giusto su uno schermo. Ogni immagine era accompagnata da un suono particolare, per esempio un miagolio per l'immagine del gatto e un turbinio di pale per quella di un elicottero. Dodici soggetti hanno quindi fatto un sonnellino, durante il quale 25 dei suoni ascoltati in precedenza sono stati trasmessi insieme al rumore bianco. Quando si sono svegliati nessuno di loro si è reso conto di essere stato sottoposto a un simile concerto di suoni.
Nondimeno, quasi tutti hanno ricordato con maggiore precisione la disposizione sul computer delle immagini i cui suoni erano stati ritrasmessi mentre dormivano, mentre hanno incontrato qualche difficoltà in più per le restanti 25 immagini. "Siamo stati in grado di rievocare nelle persone informazioni specifiche su quello che avevano appreso", ha detto Ken A. Paller, neuroscienziato cognitivo della Northwestern, coautore dello studio. "L'idea è che durante il sonno il processo di consolidamento delle informazioni apprese continui e sia anzi un buon metodo per rafforzare i ricordi. Abbiamo dimostrato che si possono acquisire informazioni anche dormendo grazie all'apparato acustico e che si può rafforzarne il ricordo tramite suoni specifici a ciascuna fase dell'apprendimento".
Questo studio avalla la teoria secondo la quale il sonno permette al cervello di analizzare e consolidare i ricordi. Non tutti gli esperti sono rimasti colpiti dall'esito di questa ricerca. Robert P. Vertes, professore di neuroscienze alla Florida Atlantic University, ha detto che i risultati hanno evidenziato "un effetto talmente secondario da non essere nemmeno significativo".
Gli autori dello studio pensano che sicuramente varrà la pena proseguire questa ricerca, ma hanno altresì aggiunto che mentre era prevedibile che le persone sveglie avessero ricordi migliori grazie agli indizi sonori, lo studio è importante perché ha dimostrato che di fatto si potrebbe apprendere dormendo. I soggetti sottoposti alla ricerca hanno dormito per circa 90 minuti, un tempo sufficiente a sperimentare il sonno profondo o a onde corte, ma non il sonno Rem.
Alcuni scienziati credono che nel sonno a onde corte il cervello rafforzi i ricordi fattuali, mentre nel sonno Rem il cervello selezioni e organizzi i ricordi. Gli autori dello studio e altri esperti affermano che il contributo principale della loro ricerca consiste nell'aver aiutato a comprendere il processo di formazione e di consolidamento dei ricordi, sintetizzato da Walker in questi termini: "Soprattutto una cosa: quanto è importante farsi otto buone ore di sonno".
giovedì 19 novembre 2009
Nuovi traguardi professionali per i TSRM: una formazione universitaria completa per garantire il futuro di un professionista
E’ forse uno scenario insolito quello della Veterinaria per i Tecnici Sanitari di Radiologia Medica. Li immaginiamo, in camice bianco, al fianco di medici radiologi, chirurghi, ortopedici ed infermieri, in reparto così come in Sala, offrire la loro competenza in ambito radiologico.
Eppure l’intuito di un giovane TSRM è andato oltre il “posizionamento” classico dell’operatore sanitario che concentra le sue risorse esclusivamente sul genere umano, accettando la sfida di aprire, ai Tecnici di Radiologia, nuovi orizzonti e spazi professionali.
Sebastiano Bodini si avvicina alla Radiologia Medica attratto dalla possibilità di coniugare la passione per la Medicina con l’interesse per gli ambiti propriamente tecnici, a supporto delle discipline sanitarie.
“Appena conseguito il titolo, nel 1982 – afferma Bodini, TSRM coordinatore tecnico del servizio di Neuroradiologia dell'Università di Bologna – ho avuto la possibilità di avvicinarmi a diverse discipline radiologiche, dall’RX tradizionale alla TAC, all’Angiografia, all’interventistica lavorando in una clinica privata e costruendo così un bagaglio di esperienze quanto mai ricco. Il punto di svolta della mia carriera è stato l’incontro con la Neuroradiologia: lì è arrivata la mia vera crescita professionale. Questa esperienza ha gettato le basi per il mio percorso istituzionale nell’Associazione Italiana Tecnici di Neuroradiologia, prima come consigliere e dall’ottobre 2003 come segretario, fino alla carica di presidente, dandomi la possibilità di partecipare attivamente ed organizzare corsi di formazione, congressi e convegni spesso con compito di Moderatore o facente parte della Segreteria Scientifica.
La collaborazione stretta con altri operatori sanitari – continua Bodini – medici ed infermieri in particolare, il pieno rispetto delle reciproche competenze e al tempo stesso la disponibilità a condividerle, mi hanno convinto ad accettare la sfida lanciatami dalla facoltà di Veterinaria. Si trattava di creare una figura professionale nuova che affiancasse i veterinari, offrendo competenze specifiche in radiodiagnostica. In quest’ottica e con una buona dose di umiltà, ho cominciato a lavorare al fianco di medici veterinari, aiutandoli sia nell’esecuzione dell’esame che nel corretto posizionamento dell’animale, spesso difficile da mantenere fermo. La definisco una sfida perché da Tecnico di Radiologia ho dovuto rivedere il mio approccio lavorativo, ormai consolidato da anni, ed applicare le competenze acquisite ad un mondo quasi sconosciuto ma assai interessante.
La diagnostica veterinaria può, infatti, rappresentare un bagaglio culturale importante, se non un’alternativa professionale valida per i TSRM, specie in ambito universitario. Per raggiungere un obiettivo tanto ambizioso una preparazione specifica è d’obbligo. Basti pensare alle differenze sostanziali tra l’anatomia umana e le diverse specie animali, per citare solo un esempio. Anche dal punto di vista della sicurezza, oltre ai consueti fattori di rischio da esposizione a radiazioni ionizzanti o da movimentazione del malato, occorre aggiungere elementi di difficile valutazione connessi alla non sempre scontata collaborazione del paziente.
Ritengo sia giunto il momento di rivedere i percorsi formativi, in ragione delle concrete opportunità di lavoro per un giovane che vuole intraprendere la carriera di Tecnico Sanitario di Radiologia Medica, ed adeguarli alla domanda odierna.”