giovedì 19 novembre 2009

Nuovi traguardi professionali per i TSRM: una formazione universitaria completa per garantire il futuro di un professionista


E’ forse uno scenario insolito quello della Veterinaria per i Tecnici Sanitari di Radiologia Medica. Li immaginiamo, in camice bianco, al fianco di medici radiologi, chirurghi, ortopedici ed infermieri, in reparto così come in Sala, offrire la loro competenza in ambito radiologico.
Eppure l’intuito di un giovane TSRM è andato oltre il “posizionamento” classico dell’operatore sanitario che concentra le sue risorse esclusivamente sul genere umano, accettando la sfida di aprire, ai Tecnici di Radiologia, nuovi orizzonti e spazi professionali.
Sebastiano Bodini si avvicina alla Radiologia Medica attratto dalla possibilità di coniugare la passione per la Medicina con l’interesse per gli ambiti propriamente tecnici, a supporto delle discipline sanitarie.

“Appena conseguito il titolo, nel 1982 – afferma Bodini, TSRM coordinatore tecnico del servizio di Neuroradiologia dell'Università di Bologna – ho avuto la possibilità di avvicinarmi a diverse discipline radiologiche, dall’RX tradizionale alla TAC, all’Angiografia, all’interventistica lavorando in una clinica privata e costruendo così un bagaglio di esperienze quanto mai ricco. Il punto di svolta della mia carriera è stato l’incontro con la Neuroradiologia: lì è arrivata la mia vera crescita professionale. Questa esperienza ha gettato le basi per il mio percorso istituzionale nell’Associazione Italiana Tecnici di Neuroradiologia, prima come consigliere e dall’ottobre 2003 come segretario, fino alla carica di presidente, dandomi la possibilità di partecipare attivamente ed organizzare corsi di formazione, congressi e convegni spesso con compito di Moderatore o facente parte della Segreteria Scientifica.
La collaborazione stretta con altri operatori sanitari – continua Bodini – medici ed infermieri in particolare, il pieno rispetto delle reciproche competenze e al tempo stesso la disponibilità a condividerle, mi hanno convinto ad accettare la sfida lanciatami dalla facoltà di Veterinaria. Si trattava di creare una figura professionale nuova che affiancasse i veterinari, offrendo competenze specifiche in radiodiagnostica. In quest’ottica e con una buona dose di umiltà, ho cominciato a lavorare al fianco di medici veterinari, aiutandoli sia nell’esecuzione dell’esame che nel corretto posizionamento dell’animale, spesso difficile da mantenere fermo. La definisco una sfida perché da Tecnico di Radiologia ho dovuto rivedere il mio approccio lavorativo, ormai consolidato da anni, ed applicare le competenze acquisite ad un mondo quasi sconosciuto ma assai interessante.
La diagnostica veterinaria può, infatti, rappresentare un bagaglio culturale importante, se non un’alternativa professionale valida per i TSRM, specie in ambito universitario. Per raggiungere un obiettivo tanto ambizioso una preparazione specifica è d’obbligo. Basti pensare alle differenze sostanziali tra l’anatomia umana e le diverse specie animali, per citare solo un esempio. Anche dal punto di vista della sicurezza, oltre ai consueti fattori di rischio da esposizione a radiazioni ionizzanti o da movimentazione del malato, occorre aggiungere elementi di difficile valutazione connessi alla non sempre scontata collaborazione del paziente.
Ritengo sia giunto il momento di rivedere i percorsi formativi, in ragione delle concrete opportunità di lavoro per un giovane che vuole intraprendere la carriera di Tecnico Sanitario di Radiologia Medica, ed adeguarli alla domanda odierna.”

1 commento:

  1. Ele interessante davvero!! mi piace ed è davvero un'ottima iniziativa!

    RispondiElimina